Docker: differenze tra le versioni
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Docker è un progetto open source nato con lo scopo di automatizzare la distribuzione di applicazioni sotto forma di “contenitori” leggeri, portabili e autosufficienti che possono essere eseguiti su cloud (pubblici o privati) o in locale. | Docker è un progetto open source nato con lo scopo di automatizzare la distribuzione di applicazioni sotto forma di “contenitori” leggeri, portabili e autosufficienti che possono essere eseguiti su cloud (pubblici o privati) o in locale. | ||
I “contenitori” di Docker, d’ora in poi chiamati con il termine inglese Container, sono quindi l’insieme dei dati di cui necessita un’applicazione per essere eseguita: librerie, altri eseguibili, rami del file system, file di configurazione, script, ecc | I “contenitori” di Docker, d’ora in poi chiamati con il termine inglese Container, sono quindi l’insieme dei dati di cui necessita un’applicazione per essere eseguita: librerie, altri eseguibili, rami del file system, file di configurazione, script, ecc.. | ||
Il processo di distribuzione di un’applicazione si riduce quindi alla semplice creazione di una Immagine Docker, ovvero di un file contenente tutti i dati di cui sopra. L’immagine viene utilizzata da Docker per creare un Container, un’istanza dell’immagine che eseguirà l’applicazione in essa contenuta. | |||
I container sono quindi autosufficienti perché contengono già tutte le dipendenze dell’applicazione e non richiedono quindi particolari configurazioni sull’host, ma sono soprattuto portabili perché essi sono distribuiti in un formato standard (le immagini appunto), che può essere letto ed eseguito da qualunque server Docker. | |||
Inoltre, i container sono leggeri perché sfruttano i servizi offerti dal kernel del sistema operativo ospitante, invece di richiedere l’esecuzione di un kernel virtualizzato come avviene nel caso delle VM. Ciò permette di ospitare un gran numero di container nella stessa macchina fisica. | |||
Versione delle 09:18, 17 dic 2021
Introduzione
Docker è un progetto open source nato con lo scopo di automatizzare la distribuzione di applicazioni sotto forma di “contenitori” leggeri, portabili e autosufficienti che possono essere eseguiti su cloud (pubblici o privati) o in locale.
I “contenitori” di Docker, d’ora in poi chiamati con il termine inglese Container, sono quindi l’insieme dei dati di cui necessita un’applicazione per essere eseguita: librerie, altri eseguibili, rami del file system, file di configurazione, script, ecc..
Il processo di distribuzione di un’applicazione si riduce quindi alla semplice creazione di una Immagine Docker, ovvero di un file contenente tutti i dati di cui sopra. L’immagine viene utilizzata da Docker per creare un Container, un’istanza dell’immagine che eseguirà l’applicazione in essa contenuta.
I container sono quindi autosufficienti perché contengono già tutte le dipendenze dell’applicazione e non richiedono quindi particolari configurazioni sull’host, ma sono soprattuto portabili perché essi sono distribuiti in un formato standard (le immagini appunto), che può essere letto ed eseguito da qualunque server Docker.
Inoltre, i container sono leggeri perché sfruttano i servizi offerti dal kernel del sistema operativo ospitante, invece di richiedere l’esecuzione di un kernel virtualizzato come avviene nel caso delle VM. Ciò permette di ospitare un gran numero di container nella stessa macchina fisica.